Kleist interpretò il messaggio kantiano male ed in chiave pessimistica, arrivando a credere che nel mondo e nella vita la verità sia inconoscibile ed impenetrabile.
Tuttavia l'accento kantiano sui limiti della ragione rischia di trasformarsi nella proclamazione dell'esistente e del dato di fatto, come avviene nel positivismo.
Affermando tuttavia l'inconoscibilità della cosa in sé, il criticismo kantiano fu accusato a sua volta di rinchiudersi nel soggettivismo che voleva combattere, ricadendo nel dogmatismo.