Osservavano, inoltre, periodi di digiuno molto severi, erano inflessibili con chi commetteva i peccata graviora (adulterio, omicidio e apostasia), arrivando a condannare coloro che fuggivano le persecuzioni, lodando invece l'autodenuncia.
L'impotenza del personaggio che, nella penuria di mezzi, può solo far leva sulle proprie doti intellettuali e culturali, si autodenuncia nelle crisi attrattivo-repulsive dei suoi rapporti con gli altri.